25 aprile del 1942, mentre io nascevo, c’era ancora un carro armato tedesco nel mio cortile.
Era senza carburante e il soldato tedesco era non so dove, in fuga con gli altri. La voce si diffuse e – mi dissero poi – che il paese era tutto in festa. Trovo giusto e sacrosanto che si festeggi la liberazione e che per ricordarla meglio, vie e piazze vengano “intitolate” a chi ha dato tutto per riappropriarci della libertà.
Ma il mondo è grande e l’elenco dei morti per la libertà del proprio popolo è infinta! Vorrei che indipendentemente dall’epoca storica, dalla razza e dalla religione, il 25 aprile celebrasse tutti coloro che sono morti per difendere la propria Patria. L’ideale era lo stesso e nessuno di loro “è morto meno “ degli altri! Quando Garibaldi invase il Regno delle Due Sicilie… chi si ribellò, non fu considerato un partigiano bensì un brigante e ucciso a vista! Quando i cinesi occuparono il Tibet, il piccolo esercito del Dalai-Lama fu massacrato… Quando gli ultimi guerrieri pellerossa americani tentarono di opporsi ai coloni, con arco e frecce, furono falciati - in pochi minuti - dalle mitragliatrici!
L’Impero Romano, dalle fonti del Nilo alla Scozia, alla Spagna ha “gloriosamente sterminato” centinaia di migliaia di persone colpevoli di voler essere libere…come lo erano i nostri partigiani! Vercingetorige, Re dei Galli sconfitti dai Romani, è eroe nazionale francese…Leonida, che alle Termopili, si sacrificò fermando gli invasori e diede tempo a Sparta e ad Atene di organizzare un esercito, è stato celebrato in un Film…ma di tutti gli altri, nessuno ha parlato! Numanzia era una cittadina spagnola di 8mila abitanti…fu assediata dai Romani e resistette fino all’estremo. Quando capirono che era impossibile continuare, incendiarono la città, si uccisero tutti uno con l’altro e si buttarono nel rogo pur di non diventare schiavi di Roma!
Fonte mappa: TERMOMETRO POLITICO |
Per questo e mille altre ragioni, vorrei che la ricorrenza del 25 Aprile comprendesse tutti coloro che hanno dato la vita per la libertà!
Gian Franco Bonanni
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