Ormai sono in molti a conoscere la nuova pista ciclabile che da Mordano conduce fino a Castel del Rio.
Un'opera strategica voluta e realizzata dai Comuni della Vallata del Santerno nell’intento di valorizzare al massimo la vallata incrementando il turismo, dare visibilità alle nostre bellezze naturali… e far assaporare la nostra gustosa cucina locale. Un ulteriore incremento al turismo locale – e non solo locale - potrebbe essere dato dalla ristrutturazione dell’antico "Borgo di Castiglioncello" collocato sopra Moraduccio a metà tra la regione Emilia Romagna -Toscana. La Regione Emilia-Romagna metterà una certa quantità di “fondi del
P. R. R. R.” a disposizione dei Sindaci che intendono ristrutturare Borghi abbandonati o non sul proprio territorio. Link di riferimento
La storia di Castiglioncello. Fondata ben 1200 anni fa, si costituì come borgo fortificato grazie a Firenze che, nel '300, vi costruì un posto di frontiera tra sé e la Romagna per controllare meglio il confine. Infatti le turbolente famiglie appenniniche, come i bellicosi Ubaldini, creavano non pochi problemi.
Le origini di Castiglioncello non sono ben chiare, data la difficoltà nel reperire documenti antecedenti al 1300 che ne attestino l'esistenza. Il borgo in antichità governato dalla dinastia degli Ubaldini che controllavano tutta la valle, imponendo pedaggi e gabelle a discapito degli interessi politici ed economici dei comuni di Firenze e Bologna in forte espansione.
".Attraverso i secoli i Medici fecero erigere una torre di avvistamento che è ancora visitabile. L'importanza di Castiglioncello accrebbe verso la metà dell'800 quando un critico molto noto vi fece erigere la sua dimora, oggi chiamata Castello Pasquini, e vi ospitò molti dei pittori più famosi del movimento chiamato "I Macchiaioli”
L’inaspettata possibilità di avere finanziamenti regionali, ha fatto nascere – in un nutrito gruppo di abitanti della zona – l’idea di usarli per ristrutturare l’antico storico Borgo di Castiglioncello.
Lungo la valle del Santerno – come sospeso fra la terra e il cielo - Castiglioncello ci lascia ancora stupiti per quanto è accaduto, nel corso dei secoli, attorno a lui.
Castiglioncello… un paese abbandonato… costruito con pietre e malta, non cessa – ancora oggi - di ospitare visite e leggende... Un conto severo da saldare: spopolamento… morte… distruzione. La recente storia di Castiglioncello è solo l’epilogo di uno passato difficile che non vuole morire perché in troppi lo ricordano ancora!
Castiglioncello fu un punto nevralgico di confine tra il Gran Ducato di Toscana e quello di Bologna e contesa da ambedue proprio per la sua strategica collocazione dove… sul crinale della montagna, sopra al Santerno... passava la vecchia via Montanara che - prima dell’ottocento - era l’unica strada - a collegare Toscana ed Emilia Romagna… l’unica via di collegamento tra Nord e Sud.
Era il 24 settembre del 1777… quando un violentissimo temporale si abbattè sulla valle del Santerno. Erano circa le 16… e si era da poco conclusa la messa domenicale. Fuori... il cielo era talmente coperto che sembrava notte. Un fulmine cadde sul campanile fracassandolo… poi penetrò in Chiesa e - bucando le mura- raggiunse la Sacrestia fulminando la Perpetua mentre era intenta a portare dei vasi sull’altare... La vecchia Chiesa venne abbandonata e ne fu costruita una nuova – ancor oggi visibile – nel cuore del borgo. Ma prima del definitivo spopolamento dell’abitato… avvenuto solamente negli anni Sessanta del Novecento… Castiglioncello dovette fare i conti con altre funeste circostanze… Fatti spesso dovuti ad eventi della natura ribelle. Nel 1784 fu registrata una disastrosa piena del fiume Santerno. L’acqua distrusse tutti i mulini della zona ed i canali ruppero gli argini… Il mulino di Ferro venne “sradicato” dalla furia della corrente… scomparendo nelle acque. Il piccolo Rio nel frattempo… sfondò un poggio sottostante l’abitato di Moraduccio… creandosi un secondo corso d’acqua che si riuniva al Santerno.
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Conosco Castiglioncello fin da quando ero un giovane e spensierato ragazzo! Molte domeniche, con amici e ragazzine, si andava in auto fino a Moraduccio, si scendeva fino al fiume poi si risaliva scarpinando fino a Castiglioncello.
Ognuno col suo zainetto: avevamo “mangianastri” a batteria, le musicassette, qualche “plaid” per sedersi a terra, la merenda, qualche bibita per dissetarci, macchina fotografica e pellicole Kodac.
Lontani dal mondo e dai suoi rumori e problemi, il tempo trascorreva veloce di fronte ad un panorama talmente bello da indurre a rispettarlo… non lasciavamo nessuna traccia del nostro passaggio.
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Castiglioncello ci lascia sempre stupiti per tutto quello che è successo nel tempo attorno a lui... un paese abbandonato… costruito con pietre e malta, non smette mai di stupire. Ma soprattutto… non cessano le visite e non tacciono leggende che raccontano di spopolamento… morte... distruzione. La recente storia di Castiglioncello è solo l’epilogo di uno passato difficile. Paese di dogana era punto nevralgico di confine tra il Gran Ducato di Toscana e quello di Bologna e conteso da entrambi per la sua strategica collocazione.
Come potrebbe essere usato un borgo antico vivibile?
- come abitazione per piccole famiglie che cercano tranquillità
- per brevi ferie di chi vuole smaltire lo stress
- per matrimoni o pranzi diversi dal solito
- per visite guidate, con merenda dando anche- in omaggio- un opuscolo con la storia e le foto
- L’A.R.I. (Associazione Radioamatori Italiani) potrebbe essere interessata ad avere una stazione ricetrasmittente nel borgo…
Io ero radioamatore come I4IBO… sono sicuro che molti radioamatori, anche da Paesi lontani, sarebbero disponibili ad essere ospiti paganti nel Borgo pur di poter spedire cartoline “QSL” che attestano i loro collegamenti con uno speciale “annullo postale” di Castiglioncello… che non ha nessuno!!! Queste sono le prime cose che mi vengono in mente ma sicuramente ce ne sono altre.
Certo c’è da fare molto e nel modo giusto ma le cose veramente difficili, non sono tante…
Scrivetemi alla MAIL: “ctdimola@libero.it”
Gian Franco Bonanni