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venerdì 30 aprile 2021

DEMOCRAZIA vista alla “risonanza magnetica”

Il termine è di derivazione greca: nel greco antico, dêmos significava “popolo” e krátos era “governo, forza”… in pratica, “governo… forza del popolo”. Già oltre duemila anni fa, stava ad indicare un sistema politico basato sulla sovranità dei cittadini ai quali era riconosciuto il diritto di scegliere la forma di governo e di eleggere direttamente o indirettamente i membri del supremo corpo legislativo dello Stato, così come i funzionari addetti all’amministrazione locale nonché, in alcuni casi, anche il capo dello Stato.
Oltre due millenni fa, questo sistema funzionava benissimo.
Un vecchio proverbio recita che “il meglio è nemico del bene” e infatti - col volgere dei secoli - qualcuno ha pensato di “migliorare la democrazia” stravolgendone la sua stessa essenza e trasformandola in un cocktail di libertà inutili e diritti negati.



Charles Bukowski arriva a dire che… "La differenza tra la democrazia moderna e la dittatura è che in democrazia , prima si spendono soldi per votare poi danno gli ordini.
In dittatura invece, senza perdere tempo e soldi per votare, si danno subito gli ordini poi si spolpano - con multe - coloro che non li eseguono supinamente.
È vero che possiamo criticare il sistema senza essere obbligati a bere olio di ricino o cicuta ma è altrettanto vero che non possiamo fare nulla per cambiare le cose.
Il “governare”, cioè l’agire in nome e al servizio del popolo, si è via via trasformato in potere da esercitare a vantaggio proprio e del proprio partito: vengono tutelate primariamente le “caste” che maggiormente servono a sostenere il potere poi, con interesse e privilegi decrescenti, le altre caste minori.

Al popolo viene dato, ben dosato, quel tanto che basta per scongiurare la sollevazione popolare.

Tal genere di “democrazia” va difesa con leggi varate democraticamente da chi governa… leggi che tutelano lo “status quo” snaturando, di fatto, la natura della vera democrazia impedendo al “popolo sovrano” di essere sovrano concedendogli benignamente di essere solo popolo che, come tale, deve rispettare tutte le leggi che non vorrebbe.

Scioperi, cartelli, slogan, sondaggi di opinione che danno a gradimento zero chi governa, non sono considerati come esigenza morale ad andarsene ma come fastidioso “rumore di fondo” simile all’aspirapolvere del vicino di casa quando si ascolta musica classica.

Molti anni fa, i metalmeccanici fecero uno sciopero generale ad andarono a Roma in duecentomila: io c’ero quando verso metà pomeriggio, arrivò la notizia della dimissione del Governo!

Ora si può andare a Roma in cinque milioni senza che accada nulla perché prevale la tesi che, a dispetto del popolo, solo il potere può sfiduciare se stesso!

Se la “democrazia rappresentativa” è il migliore dei mondi possibili, la sua degenerata versione italiana è solo uno squallido tentativo di rendere presentabile qualcosa di indecente che presentabile non è: la nostra democrazia rappresentativa, altro non è che il modo per buggerare la gente col suo consenso.

Personalmente non ho mai ben capito cosa sia la democrazia rappresentativa: Norberto Bobbio, che ha dedicato tutta la sua lunga e laboriosa vita a questo tema, non ne viene a capo.

Indica come essenziali della democrazia rappresentativa una volta nove elementi, una volta sei, una volta tre.

Consideriamo comunque due elementi che vengono considerati dal Popolo come essenziali della democrazia, cioè il voto uguale – one man, one vote - come dicono gli anglosassoni e, secondo elemento, il voto libero.

Il voto non è uguale per la ragione illustrata da quella che viene chiamata la scuola élitista italiana dei primi del Novecento: Gaetano Mosca, Vilfredo Pareto, Roberto Michels…

Dice Mosca: “Cento persone che agiscano sempre di concerto e d’accordo prevarranno sempre su mille che agiscano liberamente”.
Le segreterie dei partiti e coloro che, per scambio di interessi, le sostengono, agiscono di concerto e prevarranno sempre mentre i “mille che agiscono liberamente”, non coordinati fra loro, sono il popolo che non preverrà MAI!

Tutti i candidati verranno proposti dai partiti stessi, cioè dagli organi che stanno alla base della piramide del potere di questa falsa democrazia e mai nessun “Mario Rossi”, per quanto capace, onesto e competente possa essere, riuscirà mai nemmeno a candidarsi.

Il voto non è totalmente libero essendo ampiamente condizionato dai mass media in mano ai soliti noti, a loro volta condizionati dai finanziamenti a favore dell’editoria…che - non a caso- è definita “strumento di consenso”.

La lista dei candidati selezionati non è proposta dal popolo ma da “organismi alla base del potere” e la possibilità di accedere ai media di fatto concessa solo a loro, snaturando l’essenza stessa della democrazia ma non è finita qui.

La persona eletta non è vincolata a nulla e a nessuno: l’elettore di destra si ritrova ad aver votato un tizio che poi si sposta a sinistra… l’elettore di sinistra, si può trovare il candidato da lui votato al fianco di Salvini… il “popolo sovrano” non può farci nulla perché la sua “sovranità”, di fatto, non esiste!

I “Senatori a vita” rappresentano un altro limite di democrazia.

Che persone particolarmente meritevoli vengano insignite di un riconoscimento può anche essere giusto ma è ciò che questo riconoscimento comporta ad essere scandaloso!

In un sistema di democrazia rappresentativa, loro rappresentano ZERO elettori esattamente come il mio cane… ma siedono in quello che è l’organo di Governo della Nazione e, senza essere stati investiti dal popolo di alcun mandato, votano condizionando l’intera politica italiana.

Ma non è tutto: L’evoluzione tecnologica e climatica del mondo intero, è sempre più rapida e richiede competenze tecniche sempre più moderne e specifiche, spesso interconnesse, a volte perfino in contrasto con comode soluzioni messe in atto fino ad oggi. Necessita gente culturalmente e tecnicamente ben preparata e dinamica, tecnici proiettati nel futuro per legiferare consapevolmente in funzione di esso nell’interesse del popolo.

Il potere è un’arma che può fare gravi danni se usata in modo improprio: un MINISTRO DEVE CONOSCERE BENE LA SUA MATERIA e- solo in casi particolari – chiedere consulenza non ai 100 nientologi di turno ma alla sua Università!!!

Abbiamo un’arma potentissima: il Referendum!

Quanto è potente quest’arma?

Intanto il Referendum può essere solo abrogativo e non propositivo!

Se lo Stato non fosse laico, potrei anche pensare che il mio eletto, inspirato da Dio, sappia sempre quali leggi proporre ed approvare ma, in uno Stato laico, Dio non ispira nessuno e perché il Popolo non può suggerire, a chi ha eletto, le sue esigenze?

Metà della “potenza” del Referendum se n’è già andata… resta l’altra metà!

Posso fare il Referendum abrogativo e dire: “Caro mio eletto, c’è una legge che non mi piace ed io non la voglio più”!

Si raccolgono le firme necessarie e una apposita “Consulta” esamina la legittimità del Referendum che il Popolo propone… ma perché?

È o non è il Popolo sovrano?

Se il Popolo fosse sovrano, potrebbe cambiare qualsiasi legge… tutte quelle che vuole… ma se c’è una Consulta che decide l’ammissibilità di un Referendum, e comunque essa decida, sancisce la NON sovranità del Popolo!

Ammettiamo che la Consulta ammetta il Referendum: il Governo si riserva un lasso di tempo al fine di intervenire sulla legge contestata e provvedere lui stesso a modificarla – a modo suo - al fine di evitare il voto.

Non sono stati pochi gli esempi di leggi, modificate nella forma ma non nella sostanza, che hanno “cancellato” l’esigenza del referendum.

Supponiamo che un Governo distratto o litigioso non riesca a modificare in tempo la legge contestata: si va al voto e c’è un’altra fregatura!

Non capisco bene perché le elezioni politiche, pubblicizzate da mesi di campagna elettorale, siano valide anche se vota solo il 30% degli aventi diritto, mentre per i referendum - spesso appena accennati dalla stampa e dalle TV nazionali - occorra che oltre il 50% vada alle urne!

Abrogare una legge è forse più importante dell’elezione di un Governo?

Ma se abrogare una legge è così importante, perché quasi sempre se ne parla così poco?

Supponiamo infine che il referendum si faccia, che sia valido perché tutti sono andati a votare… quanti modi legali o pseudo legali esistono per aggirarlo e fare ugualmente quello che si era deciso di fare?

Ma con discrezione, silenziosamente… tutti insieme, piano piano, per non disturbare quel monellaccio di un popolo che voleva sbagliare!

Un esempio a caso: il finanziamento pubblico dei partiti!

Vorrei che almeno il Referendum fosse una cosa seria ma cos’è se non una illusione politica, una sorta di miraggio nell’arido deserto della nostra pseudo-democrazia?


La democrazia rappresentativa dovrebbe essere quello che il pensiero liberale voleva valorizzare: meriti, capacità, potenzialità.

In realtà, specie in Italia, è diventata un sistema di oligarchie, di minoranze organizzate, di nepotismo, di aristocrazie mascherate, di lobby economiche o criminali spesso legate insieme che schiacciano l’uomo libero che non vuole umiliarsi a infeudarsi nel sistema: il cittadino esemplare e ideale di questa democrazia, ne diventa la vittima designata.

Non serve fare tanta teoria perchè vediamo tutti che non contiamo niente e che la nostra voce non è ascoltata.

Qualche anno fa, in piazza San Giovanni a Roma, sono state radunate un milione di persone su un tema un tema difficilissimo come le “leggi ad personam”.

Non c’è stata nessuna risposta né da destra né da sinistra…perché tutti hanno persone che traggono vantaggio da leggi ad personam!

A sinistra si è perfino detto spesso: “Non mi confonderai con un girotondino” come se l’andare in piazza non fosse il primo diritto politico del cittadino.
Il problema investe tutta la democrazia mondiale ma il sistema italiano è degenerato in modo ormai intollerabile.

Diceva Hans Kelsen - che non è marxista e nemmeno estremista talebano - che la democrazia rappresentativa è un sistema di finzioni.

Sosteneva che la funzione della nostra ideologia democratica è quella di dare ai cittadini l’illusione della libertà e si chiede fino a quando questa straordinaria scissione fra realtà e ideologia possa continuare.

Qualcuno pensa addirittura che la democrazia sia un bene esportabile con le armi e lancia attacchi giustificati da false prove al grido di “Dio benedica l’America”!

Personalmente spero che Dio stia giocando a canasta e non ascolti cialtronate del genere perché le democrazie fondate su bagni di sangue hanno un tappo concettuale: la democrazia non è il fine bensì il fine della Storia!

Vivere e morire democratici non può essere una condanna ma solo una libera scelta!

È mia opinione che, come ogni sistema che non rispetta nessuno dei suoi presupposti, anche questo sistema cadrà perché la grande truffa è ormai stata scoperta.

Quando sarà il momento, per il bene di tutti, auguro solo che il sistema cada senza difendersi troppo: abbiamo già vissuto momenti del genere e abbiamo già nuotato in un mare di sangue!

Non è finita perché bisognerebbe parlare di magistratura… di educazione civica e di infinite altre cose ma devo stringere i tempi… c’è qualcosa che possiamo fare per cambiare le cose? Se andiamo a votare, il nostro voto – qualunque sia – avvalla il sistema ma se i votanti non raggiungessero il 30% degli aventi diritto al voto, le elezioni sarebbero nulle ed il sistema potrebbe solo auto eleggersi, buttando la maschera, di falsa democrazia mostrando al mondo la sua vera natura.

Solo così potremo ricostruire una nuova democrazia.
Gian Franco Bonanni

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