Non tutte le nuove tecnologie sono rispettose dell'uomo e dell'ambiente che a lui serve per vivere. L'Associazione Comitato a Tutela dei Diritti Imola, vuole riempire un vuoto di informazione, valutare le nuove scoperte e l'impatto che avranno sulla qualità della nostra vita, nonché eventuali rischi per la nostra salute ad esse connessi

venerdì 4 giugno 2021

LO SQUALO BUONO.. The good shark

Se ne parla da anni… le correnti marine, nel corso dei decenni, hanno formato, negli oceani, isole galleggianti di plastica: decine di migliaia di tonnellate!
Lo sfregamento derivato dal moto ondoso, produce piccoli frammenti che vengono ingeriti dal pesce che poi finisce sulle nostre tavole.
I micro-frammenti danneggiano anche il plancton limitando la produzione di ossigeno e creando problemi di alimentazione di molte specie marine che rischiano di estinguersi.
Negli ultimi anni, ci sono state molte iniziative finalizzate a risolvere il problema… giovani ingegneri, con pochi mezzi, hanno fatto tutto ciò che potevano con qualche risultato ma non erano in grado di risolvere il problema globale.
Immaginiamo invece una grande nave alimentata da fotovoltaico e da idrogeno prodotto da “Fuer Cell”.
Sotto la prua, una bocca simile a quella di un enorme squalo potrebbe risucchiare acqua e plastica.
La plastica potrebbe essere trattata a bordo fino ad avere prodotti finiti.
Panchine e tavoli per parchi pubblici, cabine per stabilimenti balneari, piccole imbarcazioni a remi, a pedali, o a vela… giocattoli di ogni tipo… mattoni ad incastro come i “lego” per costruzioni antisismiche… e tutte le mille cose possibili.
Da quasi un secolo le potenzialità insite nel progresso sono state usate troppo spesso – contro l’uomo e la natura e sono stati spese migliaia di miliardi in armi di ogni tipo, solo per distruggere, inquinare e uccidere!
Non dovrebbe essere un problema spendere qualche spicciolo per salvare il mare e l’umanità anche perché le due cose sono strettamente connesse!

Se volete approfondire: QUI

Crediti foto Pietro Marino
Crediti foto: Pietro Marino 



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